L’impossibile vittoria di Ron Paul alle presidenziali del 2012

Il prossimo anno ci saranno le elezioni presidenziali americane. I repubblicani stanno già scaldando i motori per le primarie, e sulla stampa mainstream vanno forti i nomi di Mitt Romney, Michelle Bachmann e soprattutto l'outsider Rick Perry; anzi, si dice allegramente che la sua popolarità nei sondaggi superi quella dell'attuale presidente Obama, e magari potrebbe avere anche la meglio su di lui in un eventuale testa a testa elettorale.
Personalmente, io non credo per nulla che una faccia da soap opera come quella di Perry o di Romney possa essere quella dell'inquilino della Casa Bianca a partire dal 2013.
Anche se, per adesso, pochi scommettono davvero su di lui, sono persuaso che RON PAUL ce la farà a diventare presidente degli Stati Uniti.


Questo repubblicano di 76 anni, ex medico ginecologo, costituzionalista convintissimo, contrario ai maneggi dei banchieri creditori del nulla che invadono il pianeta di "pagherò", liberalista viscerale, contrario all'aborto, al Patriot Act, alla tassa sul reddito IRS, e al mantenimento ad libitum dell'Impero a stelle e strisce con 300 basi militari nel mondo da sostenere, Ron Paul sarà – con ottime probabilità – il 45°presidente. Soprattutto se la situazione si deteriora ulteriormente, il che è molto facile. Ma è il suo VOLTO a parlare. Un volto che sa di possibilità che si può davvero concretizzare, che forse è stata preparata per concretizzarsi, in particolar modo se si intrufolasse qualche elemento anomalo catalizzatore, qualche CIGNO NERO, come lo chiama Teleb Nassim.
Al di là di tutto, vi invito a prendere con le molle ciò che scrivo, vi ricordo che i miei articoli sono soprattutto esercizi creativi, non voglio fare concorrenza al grosso dell'informazione alternativa sui blog, persone che svolgono degnamente il proprio lavoro di ricerca e cronaca, nonostante alcuni scivoloni ed esagerazioni.

Ancora più di Obama, Ron Paul è connesso a una Nuova Organizzazione Internazionale che si sta battendo dietro le quinte per smantellare il vecchio sistema e portare a un Nuovo Ordine Mondiale, procedendo a una specie di DEMOLIZIONE CONTROLLATA. Prima di tutto degli Stati Uniti, ovvero di ciò che sono gli Stati Uniti per il mondo, cioè il loro impero di 300 basi militari e passa. Due tra gli organi di informazione di questa Nuova Elite (un club globalista trasnazionale, come il vecchio) sono RussiaToday e PrisonPlanet, mentre quelli che fanno propaganda alle azioni della vecchia èlite li conosciamo bene (Cnn, Bbc, Fox, Al Jazeera…). Il giornalista canadese Benjamin Fulford è solito chiamare il vecchio gruppo di potere "Una Cabala criminale che sta dietro le decisioni di Washington, e si muove attraverso il Pentagono." Due nomi che si possono ricondurre a questa Cabala sono Henry Kissinger e Zbgniew Brzezinskj, il loro massimo portavoce nell'attuale amministrazione è Hillary Clinton, e il loro aspetto più esplicitamente violento ed estremista è incarnato dai neoconservatori, parecchio attivi all'epoca dell'amministrazione Bush. Vi sono di certo molte sfumature, le carte in tavola non sono certo così nitide, in particolar modo il ruolo dell'ONU (e i suoi annessi) cambia di importanza a seconda dei personaggi coinvolti, ruolo centrale per alcuni – lo è per l'attuale amministrazione – e non per altri, e Ron Paul è uno di questi, come buona parte dei repubblicani.


Tenendo presente le ricorsività della storia, ovvero gli allungamenti, stiracchiamenti, accartocciamenti del grafico del tempo (riguardante eventi nella dimensione frattale dall'infinito piccolo all'infinito grande, che possono andare da situazioni della vita quotidiana del singolo alle più grandi dinamiche dell'umanità), che manifestano avvenimenti storici i quali poi hanno la tendenza a ripresentarsi più volte in vesti differenti, ho notato che – nel recente passato, durante gli ultimi 30 anni – a diversi "leader mondiali della crisi" sono succeduti "leader mondiali della risoluzione della crisi", e sempre in seguito a una catarsi particolarmente drammatica. Nel caso del 39°presidente USA Jimmy Carter, il quale ha traghettato gli states in un momento orrendo tra gli anni settanta e gli ottanta, fu il fallito raid per la liberazione degli ostaggi nell'ambasciata iraniana a Teheran, la goccia che fece traboccare il vaso per la sua fallimentare presidenza, e portò l'anno successivo il repubblicano Ronald Reagan a divenire 40°presidente USA ed essere portatore di una nuova rotta per l'economia americana e mondiale (la crescita liberista a credito supportata dall'alta finanza). Nel caso dell'ottavo e ultimo segretario del PCUS e presidente dell'URSS Mickail S. Gorbaciov, fu il tracollo di un suo progetto per tentare di risolvere lo stato disastroso dell'impero sovietico, ovvero una nuova unione socialdemocratica con le repubbliche ex sovietiche diventate sovrane (dovuto a un colpo di stato "preventivo" della vecchia guardia soprattutto nel KGB) a determinare la sua sconfitta e la vittoria del presidente della Russia Boris Eltsin, lo smantellatore definitivo dell'URSS, l'alfiere del liberismo all'occidentale, importato grazie a una democrazia basata sul potere autoritario. Anche qui, un NUOVO CORSO. Il rinnovamento dopo la crisi.



Nel caso di Obama, il fatto che sia un presidente piuttosto sfiduciato, il quale ha deluso una grandissima parte del popolo che lo ha eletto, è di certo ben visibile. Il suo benestare alle continue iniezioni di soldi pubblici per salvare i gruppi finanziari "troppo grandi per fallire", i dubbi e le ombre sul funzionamento dei progetti di assistenza sanitaria statale promossi dal suo governo, le guerre che procedono e si estendono con l'aggravante di nuove partecipazioni militari, l'impossibilità di quadrare i tetti del debito con la crescita e la disoccupazione, mostrano mister Soetoro come qualcuno che ben difficilmente sarà eletto il prossimo anno.

Se succedesse un qualche tipo di "catarsi drammatica", come abbiamo accennato poco fa, molto probabilmente riguardante la finanza, ma anche qualche ulteriore azione militare azzardata e pericolosa da parte della vecchia élite globalista ormai messa alle strette, la situazione potrebbe precipitare con molta velocità, e allora gli argomenti "antisistema" di Ron Paul diventerebbero più popolari che mai surclassando di gran lunga i discorsi triti delle due "facce da Beautiful" Perry e Romney, e una sua vittoria alla convention repubblicana e poi magari addirittura alle presidenziali, potrebbe diventare possibile quando fino a qualche mese prima appariva pura utopia, almeno a leggere i giornali di cartaccia e non solo.

I circoli che premono da dietro le quinte per una "Nuova architettura finanziaria internazionale" che faccia diventare il dollaro attuale buono per la numismatica, e ridimensioni fortemente l'impero militare anglo-USA-israeliano tuttora dominante, stanno agendo per rivoltare i tavoli del mondo nel momento in cui le condizioni diverrano buone per farlo, smantellando il giogo decennale di Wall Street e della City, contribuendo a mettere la parola FINE alla realtà che stiamo tuttora vivendo, basata sull'intreccio tra sistema monetario a corso forzoso non ancorato a nessuna base reale ma a valori di volta in volta stabiliti per accordi a porte chiuse, un modello di crescita industriale infinita – supportata dal marketing pubblicitario totalitario – per far quadrare il rapporto debito/P.I.L. con l'aggravante del prevalente utilizzo di energia inquinante di tipo non rinnovabile, e sempre più costosa.

Ritengo che Ron Paul sia una delle espressioni di questo nuovo andazzo, per adesso ancora in sordina. Non facciamoci fregare dalla sua aria old style, dal suo essere costituzionalista conservatore e isolazionista. Un governo globale e una moneta unica per tutto il globo si concilierebbero molto bene con degli Stati Uniti ridimensionati e assai meno "hollywoodiani" di prima, guidati da un settantasettenne di certo non rockstar come Obama. Non dimentichiamo che il progetto di un Nuovo Ordine Mondiale prevede lo smantellamento della potenza economico-militare degli USA per trasferirla a un governo centrale (evoluzione dell'ONU) per il quale il territorio degli Stati Uniti può benissimo tornare a essere ciò che era "nello spirito del 1776" – l'anno della dichiarazione d'indipendenza delle colonie dalla madrepatria inglese – quindi governato localmente più o meno allo stesso modo, senza più alcun pretesa di autoritarismo sulle altre nazioni e del tutto sgravato delle sue colonie militari, le quali verranno assorbite e in qualche modo riconvertite-trasformate nel NUOVO CORSO del NWO. Se poi questo NWO sarà una dittatura planetaria basata sul controllo del denaro elettronico e il controllo della popolazione ridotta di numero, o la manifestazione della PARUSIA, del cambio dimensionale o del nostro ingresso nella civiltà galattica, siamo qui per vederlo, prossimamente.

Tra l'altro, è curioso pensare che nel 2008 Obama ebbe come sfidante il settantatreenne John McCain il quale aveva come vice una donna, Sarah Palin. Potrebbe crearsi una simmetria, una specularità mica male se tra un anno, nel 2012, lo stesso Obama si ritrovasse di nuovo ad avere un vecchio come sfidante: il settantasettenne Ron Paul, il quale magari potrebbe avere come vice una donna, Michelle Bachmann. Questa volta però le cose si potrebbero mettere peggio per il mezzosangue.
Certo, peggio ma, in fondo – vedendo le cose da un'altra angolazione – non potrebbe trattarsi di una specie di "staffetta" verso un nuovo assetto degli USA e del mondo, anno dopo anno, verso un obiettivo da raggiungere? Il TEMPO di Soetoro era CHANGE, quello di Paul è ancora di più, un livello ulteriore, è REVOLUTION!


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Un commento su “L’impossibile vittoria di Ron Paul alle presidenziali del 2012

  1. anonimo il said:

    il tuo articolo mi sembra asslutamente realistico tenendo conto che ad inizio dello scorso decennio era difficile immaginare un presidente nero e dato che a mio parere prima di arrivare alle elezioni americane succederanno un bel pò di casini. Basti pensare alla crisi economica, non siamo più nel periodo spauracchi dei precedenti anni, siamo proprio alla fase finale di tracollo e questo a mio parere porterà diversi cambi di potere e la fine della supremazia americana nel mondo, ben prima delle elezioni e quindi la carta Ron Paul che come argomenti mi sembra l'unico che almeno si sintonizza fuori dal solito teatrino, è forse quella più probabile.
    Questo 2011 ha ancora delle sorprese al suo arco, il periodo più significativo dobbiamo ancora passarlo nonostante è già successo molto.
    Ciao da mediter

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