IL MALE torna in edicola, ed è subito aria fritta

C'era una volta un giornaletto estremamente satirico chiamato IL MALE, inaugurato da un certo Pino Zac, vignettista proveniente dalla rivista di satira francese Le canard enchainé (tutt'ora esistente). Il signor Zac, il cui nome completo era Giuseppe Zaccaria, abbandonò la direzione della creatura dopo soli due numeri. Ma la guida di questo giornale completamente folle, stampato su carta di pastastracci come quella dei quotidiani del tempo (1978), venne presa da un manipolo di eroi, o di pazzi – o di tutt'e due le cose assieme – che dava l'impressione di fare satira in quello strano e turbolento mondo di fine anni settanta, dove c'era un gran fermento creativo CONTROCULTURALE nell'aria, proveniente dalle esperienze di lotta politica giovanile l'anno prima a Bologna.


Quella de IL MALE non era semplicemente satira, era il trionfo totale e assoluto del politicamente scorretto più estremo, di magnitudine più elevata rispetto al suo modello d'oltralpe. Qualcosa che in seguito sarebbe stato improponibile, pensando al politicamente corretto successivo, presente soprattutto nelle trasmissioni "contro", pensando al sostanziale buonismo e perbenismo di Striscia la notizia, per esempio. E anche lo stesso Daniele Luttazzi è sempre stato più "a posto" rispetto alla satira fognaria che rigurgitava dalle pagine de IL MALE, dove in tante occasioni il limite tra la satira e l'oscenità quasi porno veniva superato, e ciò coinvolgeva personaggi pubblici!

La combriccola de IL MALE era composta da diversi personaggi come Filippo Scozzari, Vincenzo Sparagna, Jacopo Fo (soprannominato Karim), un grande eclettico come Andrea Pazienza – il quale verrà successivamente mitizzato post mortem – Tanino Liberatore, Luigi Damiani, Vincino (Vincenzo Gallo) e Vauro (Senesi), colui che oggi è il vignettista ospite dei programmi di Michele Santoro. Appunto Vauro e Vincino, travestiti da Zombie, avevano annunciato qualche tempo fa a Roma – nei luoghi del teatrino politico nazionale – che IL MALE sarebbe ritornato.



E così fu.
Grazie a un paio di collaboratori de "Il Fatto Quotidiano", questo fantasma si aggira di nuovo in edicola. Ma non è affatto la stessa cosa!…
IL MALE di trentatrè anni fa era una fucina di nuovi linguaggi che si incuneavano come uno iato in quel regno di nessuno compreso tra l'atmosfera della vecchia tv pedagogica del servizio pubblico e l'atmosfera delle radio-tv private di tipo berlusconiano, che si sarebbe imposta a breve. Era proprio come una specie di contenitore postmoderno-situazionista un po' casareccio, volutamente povero (anzi, non proprio volutamente…) ma GENIALE.
Un Classico, ciò che può essere dato una volta sola, come abbiamo scritto in un articolo recente. Qualcosa di irripetibile. Pensiamo solo alle finte prime pagine dei quotidiani come "La Repubblica" e "La Stampa", sulla quarta di copertina della rivista, praticamente identiche alle originali, sulle quali i titoli strombazzavano che l'attore Ugo Tognazzi era il capo delle Brigate Rosse, che lo Stato italiano si era improvvisamente estinto, che la Democrazia Cristiana non si presentava alle elezioni, e via così.
Un'anticipazione del concetto di FAKE, di falso vero, o vero falso, che tanto si sarebbe diffusa nell'impero di internet.

Si trattava di qualcosa di autenticamente innovativo, al di là del voler essere originali a tutti i costi, qualcosa che creava straniamento, qualcosa di vivo, perchè magari era anche un po' schifoso e imbarazzava.
Al di là di ogni futuro buonismo peloso.

Uno degli articoli che ho messo come link, contiene un passaggio che mi ha colpito, quando dice:

[…]Una funzione [di satireggiare in modo estremo] che pare, però, prossima a esaurirsi [e qui l'estensore dell'articolo sembra d'accordo con me], in un Paese nel quale, a conferma della bontà delle intuizioni dei situazionisti, i cortocircuiti tra la realtà e la sua rappresentazione si spingono a livelli fino a poco tempo fa impensabili (chi imita chi, ormai, tra Pierluigi Bersani e Maurizio Crozza?).[…] Questa frase sembra ricollegarsi alla questione della "finzione che cancella la storia" di cui abbiamo trattato nell'articolo che citavo poco fa.

IL MALE aveva comunque una precisa ragion d'essere nel periodo 1977-1982. Riproporlo oggi è sia una specie di manierismo sia un altro, ennesimo, segnale, di come niente più gira nella realtà attuale al di là del riciclo di cose già manifestate. Di come si sia costretti alle repliche, sia quando le si chiama in un altro modo, sia quando le si chiama addirittura con lo stesso nome, come in questo caso. E' in fondo, un'ennesima "operazione nostalgia", anche se inconsapevole, come ne abbiamo viste tante, troppe, in questi quindici anni. Dagli spettacoli televisivi su Italia 1 "Meteore" a "Matricole", ad "Anima mia", e "I migliori anni" sulla Rai, alle automobili "Maggiolone Volkswagen" e " Fiat 500" rielaborate per il mercato moderno, a tutti i remake di classici che Hollywood ha realizzato e realizzerà.

Tra l'altro, già nel 1994, quando si era voluto mettere su "Woodstock 2" – la riproposta del mitico festival-happening musicale del 1969 – si trattava di roba più vicina allo spirito di EuroDisney che a quello di Jimi Hendrix, i Doors e Janis Joplin, roba che aveva una sua utilità solo per gli sponsor dell'allora nascente mercato globalizzato, ma che già mostrava lo squallore dato dalla sua fame di riciclo spettacolare e di non novità. Inoltre, anche tutto ciò che in questi ultimi anni è stato presentato come "originale" possiede già qualcosa di deja-vu a cui ci si può riferire, qualcosa di già accumulato dalla memoria collettiva e che viene come sottinteso. E non ci si può sottrarre a questo fenomeno, dilagato come una pandemia attraverso la globalizzazione, ed esteso a livelli esponenziali con internet.

Ci si ostina ad andare avanti con la vecchia percezione della realtà (che comprende tutti i parametri e limiti a cui siamo schiavizzati), la quale è diventata del tutto insostenibile, appassendosi ogni novità all'interno di quei parametri.
La crisi finanziaria che stiamo subendo è uno dei sintomi più eloquenti, come si era accennato in un articolo di luglio che vi invito a rintracciare.
Si anela a un NUOVO MONDO come l'assetato anela l'acqua nel deserto. E in questo deserto totale Vauro e Vincino, riproponendo uno sbiaditissimo IL MALE – pallido miraggio di quello che è stato e non sarà più – sono due cammelli che si allontanano da noi assetati, con le loro gobbe piene d'acqua.

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5 commenti su “IL MALE torna in edicola, ed è subito aria fritta

  1. anonimo il said:

    Però un pochino fa sentire più giovani…. Che nostalgia, io lo compro lo stesso intanto, poi si vedrà !

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