Non è successo niente

Lo sceneggiatore di fumetti e scrittore Tiziano "Dylan Dog" Sclavi, è l'autore di un romanzo uscito per Mondadori nel 1999, intitolato "Non è successo niente". Si tratta di un libro autobiografico particolare quanto notevole dal punto di vista linguistico, con un'attenzione alla resa letteraria del linguaggio parlato.
Riportiamo un estratto di questo volume:




 


Un telefono che suona. E' nero, di vecchio tipo, ma questo non ci fa capire in che epoca siamo, che non ci sono più epoche.
Dellamorte è sotto la doccia e non lo sente. Gnaghi, che ha appena finito di costruire il teschio di plastica fosforescente, risponde e dice:

"Gna."

Il telefono dice:

"Buongiorno a lei. Sono del centro informazioni. Posso darle qualche informazione?"

"Gna."

"La mia trasmissione preferita è 'La ruota della fortuna'. Alle prossime elezioni voterò per il centrodestra e quello che mi colpisce di più in una donna sono le mani."

"Gna."

"Ha preso nota?"

"Gna."

"Il centro informazioni la ringrazia per la gentile collaborazione. Buongiorno."

"Gna."

Gnaghi riappende e va a smontare il teschio di plastica.

Abbiamo talvolta espresso tra le righe che noi pensiamo agli sceneggiatori e i disegnatori di fumetti – e Sclavi è principalmente uno di questi – come una specie di MEDIUM, di canalizzatori i quali possono captare strane creature galleggianti nei liquidi del cervello collettivo, elementi ancora informi, ma che mostreranno le loro fattezze più avanti nel tempo. Per il momento, questi esseri ancora in formazione (poichè, proverbialmente, "non sono ancora i tempi") prendono la forma di opere della fantasia, magari di successo. Tra le linee con cui è rappresentato l'eroe di un fumetto e i nomi che si rincorrono all'interno di una storia potrebbe essere (de)cifrato QUELLO CHE ACCADRA' (e in qualche modo è già accaduto), anche se per la maggior parte di noi ciò risulta insospettabile.
Ludwig Wittgenstein scrive: "Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose", uno scienziato di cui ci sfugge il nome puntualizza: "Non siamo noi che ci muoviamo NEL tempo, esiste il tempo perchè noi ci muoviamo."
Nel prossimo futuro (esprimiamoci ancora in un modo consono a esseri a cui sfuggono le dimensioni oltre la terza) la disciplina che oggi siamo abituati a chiamare STORIA subirà delle modificazioni radicali dovute all'altissimo livello tecnologico che ci sarà, e si coniugherà con gli aspetti della dimensione umana i quali tendenzialmente siamo soliti chiamare "SPIRITO" non trovando termini scientifici adeguati. Ci renderemo conto di essere stati praticamente CIECHI per tantissimo tempo, e considereremo ciò che adesso chiamiamo "verità storica" come APPROSSIMAZIONI incredibili, per giunta viziate dal percepire le cose solo dal punto di vista della progressione successiva degli avvenimenti documentati nei libri di storia che studiamo a scuola.



Il fatto, per esempio, che una determinata serie di albi contenenti una storia a fumetti puntata dopo puntata esca nelle edicole in un determinato periodo della vita del pianeta piuttosto che in un altro, è significativo e decisivo. In essa risuonano le vibrazioni dell'intera coscienza planetaria, secondo la concezione olografico-frattale degli avvenimenti. Ciò che sta in alto si riflette in ciò che sta in basso (Ermete Trimegisto), la coscienza di chi ha scritto una vicenda a fumetti risuona con i moti dei piani sottili il cui riflesso si manifesta sul piano materiale secondo ritmi di cui non siamo ancora sufficientemente consapevoli, condizionati ancora dalle pietanze raffreddate dei miti del progresso e della civiltà industriale.




Ci stiamo avvicinando a un momento dove – secondo David Wilcock, studioso collaboratore di Richard Hoagland, scienziato di provate capacità e di vedute molto aperte – i cambiamenti inerenti la civiltà umana si succederanno con grandissima rapidità. In una progressione geometrica esponenziale. Ci sono voluti secoli e secoli per raggiungere il miliardo di abitanti sulla terra (intorno al 1900) e nemmeno un secolo per moltiplicare per sei quella cifra, ci sono voluti secoli e secoli per creare calcolatori grossi come stanze da ballo e pochi decenni per contenere la capacità di quei dinosauri tecnologici in nemmeno qualche millimetro quadrato di superficie da mettersi dentro la tasca più piccola. Si sta raggiungendo un punto nel percorso della civilizzazione dove le regole precedenti – con le quali siamo stati abituati a pensare e vivere – non valgono più. Riteniamo di poca utilità stabilire in che possibile data del nostro calendario verrà raggiunta la singolarità, nella quale ogni abitudine conosciuta sfocerà nella NOVITA' ASSOLUTA di un pianeta intero che fa il suo ingresso in un diverso piano di realtà. Che poi questo cambiamento avvenga nel 2012, nel 2020 o nel 2036 poco importa, dal momento che le stesse coordinate dello SpazioTempo come siamo abituati a PERCEPIRLE verranno, con una certa probabilità, rivoltate come un guanto!
David Wilcock suggerisce che è perfettamente inutile fare ipotesi su "cosa accadrà" durante quell'ORIZZONTE DEGLI EVENTI poichè "ci scivoleremo dentro senza nemmeno quasi rendercene conto", il pianeta verrà investito da un veloce turbine che farà crollare mistificazioni durate secoli e secoli, avvenimenti cardine per la storia dell'umanità (paragonabili alla scoperta del fuoco, della ruota, dell'aviazione) si succederanno in un lasso di tempo così breve – mesi, giorni, ore! – che sarà perfettamente inutile "registrarli sui libri di storia per i posteri", perchè non ci sarà più l'idea nè dei posteri nè della storia. Il postmoderno esploderà nella fine dei tempi. L'informazione è condizionamento, è ipnosi collettiva, non è "registrazione obiettiva dei fatti per il bene della società e della civiltà". In ciò che chiamiamo futuro, il tempo lineare giungerà a collassare a causa della sua meccanicità. Il tempo lineare è una specie di macchina, e una macchina che aumenta a dismisura il numero dei suoi giri (questo è in relazione con la FREQUENZA SCHUMANN e la diminuzione dell'elettromagnetismo terrestre, secondo Gregg Braden) non può che guastarsi.



Perciò il libro di Tiziano Sclavi (il quale ha una copertina eloquente) lo vogliamo vedere un po' come il simbolo di questo discorso, testimonianza di un mondo che non avrà più bisogno di giornali scritti, un mondo senza più epoche, dove non succederà più niente perchè semplicemente è già successo tutto e la storia si è esaurita.

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